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Questo video è il primo di una serie che X-Rite® mi ha commissionato nel 2019 e 2020 chiedendomi di spiegare la gestione del colore con un linguaggio semplice e pratico.
Questa serie di video tutorial sono rivolti a fotografi professionisti, a fotoamatori e a chiunque si occupi di post-produzione di immagini digitali utilizzando software come Photoshop®, Lightroom®, Camera RAW®, Capture One®... e molti altri.
L'azienda statunitense X-Rite Pantone® è leader mondiale nella produzione di prodotti e soluzioni per la misurazione e la gestione del colore con applicazioni nei settori più diversificati.
In questo articolo ti parlo di come approcciare i problemi di cromia nelle immagini digitali usando il metodo giusto e ti spiego come usare la gestione del colore e la correzione del colore per risolvere i tuoi problemi.
In fotografia non è affatto facile ottenere i colori che si desiderano.
Alcune foto a volte sono troppo magenta, altre sono bluastre e finiamo per passare una valanga di tempo a correggere i colori, cercando di ottenere le cromie che desideriamo magari attraverso lo sviluppo dei file RAW e in Photoshop®.
Le cause principali sono queste:
Alcune foto a volte sono troppo magenta, altre sono bluastre e finiamo per passare una valanga di tempo a correggere i colori, cercando di ottenere le cromie che desideriamo magari attraverso lo sviluppo dei file RAW e in Photoshop®.
Una volta che la foto è stata scattata può succedere che la stessa foto appaia in modo diverso a seconda delle situazioni.
Questo problema si riscontra comunemente sia su foto a colori sia su foto in bianco e nero.
Un bel guaio.
Colori diversi tra diversi software.
Visualizzando una stessa foto su software diversi appare con colori diversi.
Il solo modo per corregggere questo problema è occuparsi della gestiione del colore (color management).
Monitor con colori diversi.
Una stessa immagine visualizzata su monitor diversi appare con colori diversi, luminosità diverse e saturazioni diverse.
Questo fenomeno si verifica anche tra monitor della stessa marca e stesso modello, con lo stesso grado di usura.
Il solo modo per corregggere questo problema è occuparsi della gestiione del colore (color management).
Capita anche spesso che ci sia difformità tra la foto che vedi a monitor e la sua stampa.
Inoltre una stessa immagine può apparire diversa anche quando confronti stampe fatte in situazioni diverse.
La soluzione a queste problematiche è un flusso di lavoro che integri la gestione del colore e la correzione del colore.
Ogni volta che si parla di correzione del colore o di gestione del colore, se ti occupi di fotografia, devi ricordarti che hai bisogno di entrambe.
Ti faccio un esempio.
Immagina di post-produrre una foto indossando davanti a tuo monitor un paio di occhiali con le lenti colorate. Ti sentiresti a tuo agio?
Ti fideresti a eseguire una correzione del colore in questa situazione?
Se il tuo monitor non è calibrato tu sei in una situazione molto simile: non stai vedendo i reali colori delle tue immagini.
In questa situazione è probabile che tu finisca per cambiare i colori della tua foto in una direzione completamente diversa da quella che sarebbe necessaria. Ad esempio: se il tuo monitor ha una dominante fredda e non lo sai, la lavori facendo in modo di ottenere una foto più neutra... ma il risultato sarà che per il resto del mondo quella foto apparirà giallissima!
Inoltre se non lavori su un monitor calibrato rischi di perdere tempo a correggere colori che a volte magari sono già corretti e diventano sbagliati dopo il tuo intervento... non immagini a quanti fotografi succeda!
C’è dell’altro.
La calibrazione di un monitor non ha solo a che fare con i colori in senso stretto. Questa operazione condiziona anche il modo in cui un monitor rappresenta la brillantezza di una foto, il contrasto, la saturazione e le tonalità di bianco e nero.
Hai idea di quanto sia rischioso correggere i colori di una foto se non puoi vedere il loro reale aspetto?
Se a questo punto ti stai chiedendo se il tuo monitor sia calibrato o meno è probabile che purtroppo non lo sia. La ragione è semplice: la calibrazione di un monitor non è qualcosa che “accade”, ma è qualcosa che fai di proposito e intenzionalmente.
Per calibrare il mio monitor io utilizzo l’i1Studio di X-Rite® perchè da un risultato ottimale e posso usarlo per calibrare tutti i miei monitor, ma anche le mie stampanti e i videoproiettori che uso quando faccio proiezioni fotografiche o corsi.
Immagina di post-produrre una foto indossando davanti a tuo monitor un paio di occhiali con le lenti colorate.
Sapresti eseguire una correzione del colore in questa situazione?
Se il tuo monitor non è calibrato tu sei in una situazione molto simile: non stai vedendo i reali colori delle tue immagini.
Questi termini non sono sinonimi: si riferiscono a due problematiche completamente diverse.
Nell'immagine sotto, la foto a sinistra rappresenta quello che potrebbe essere il suo aspetto appena uscita dalla fotocamera.
A destra vediamo i colori di quella stessa immagine che un fotografo potrebbe desiderare di ottenere.
In mezzo a queste due foto c’è un processo chiamato post-produzione che avviene usando software specifici come Lightroom e Photoshop.
In poche parole la correzione del colore è qualcosa che facciamo quando -intenzionalmente - applichiamo cambiamenti ai colori di un’immagine: non importa che questo cambiamento si riferisca a tutta la foto o a una piccola area.
Ogni volta che volutamente cambiamo i colori di una foto stiamo facendo correzione del colore.
Potremmo usare questo termine anche quando cambiamo i colori in modo creativo anziché correttivo, anche se in quei casi il termine più diffuso è color grading (ne parlo in questo articolo dove trovi anche una foto di esempio sul color grading).
L'immagine a sinistra rappresenta quello che potrebbe essere l’aspetto di una foto appena uscita dalla fotocamera.
A destra vediamo i colori di quella stessa immagine che un fotografo potrebbe desiderare di ottenere.
Quando dovresti occuparti della correzione del colore?
A seconda del formato di file che scegli di utilizzare in fase di scatto cambia in modo sostanziale il modo e il momento in cui dovresti prenderti cura della correzione del colore.
IN FASE DI SCATTO: hai a disposizione il bilanciamento del bianco e gli “stili”. Sicuramente hai le idee chiare su cosa sia il bilanciamento del bianco, ma magari gli “stili” hanno bisogno di due parole in più: si tratta di quei controlli che trovi nel menu della fotocamera che ogni casa produttrice chiama in modo diverso: Canon li chiama Picture Style, Nikon Picture Control, Fujifilm Film Simulation, Sony Creative Style, Olympus Picture Mode, Panasonic Photo Style. All’interno di questo specifico menu puoi varie scelte tipo: ‘Standard’, ‘Paesaggio’, ‘Vivid’ o ‘Monochrome’. Ciascuno di questi stili conferisce alle foto un aspetto specifico e lo fa intervento sulla saturazione, la nitidezza, il contrasto e - in alcuni casi - anche sul bilanciamento.
Ricorda però che questo tipo di impostazioni condizionano esclusivamente l’aspetto del JPG e non hanno alcun effetto sui tuoi file in formato RAW: a cambiare in quest'ultimo caso è solo l’anteprima e non i dati registrati nel file.
IN FASE DI POST-PRODUZIONE: puoi cambiare i colori durante la fase di sviluppo del RAW oppure all’interno di Photoshop, ma anche in entrambi i casi fai attenzione! Se scatti salvando l'immagine il formato JPG non dovresti intervenire in post-produzione perchè il vantaggio principale di usare il formato JPG è quello di avere un file pronto all’uso: se hai bisogno di post-produrlo vuol dire che stai usando questo formato con un approccio completamente sbagliato.
A seconda del formato di file che un fotogrfo sceglie di utilizzare in fase di scatto cambia in modo sostanziale il modo e il momento in cui dovrebbe prendersi cura della correzione del colore.
La gestione del colore è qualcosa di completamente diverso perchè in realtà ha a che fare con quell’insieme di accortezze che invece ci permettono di mantenere l’aspetto dei colori di una stessa immagine identico o molto simile ogni volta che la visualizziamo attraverso diversi software o dispositivi.
Per riuscire in questo intento ciò di cui abbiamo bisogno è imparare a gestire i profili colore lungo tutto il flusso di lavoro e abituarci a calibrare la nostra attrezzatura in modo che da riprodurre i colori il più fedelmente possibile.
La gestione del colore è simile a una catena: collega ogni singolo step del tuo flusso di lavoro allo step precedente e al successivo.
La gestione del colore, a differenza della correzione del colore, non è qualcosa che si fa in uno specifico momento del flusso di lavoro.
La gestione del colore è più simile a una catena: collega ogni singolo step del tuo flusso di lavoro allo step precedente e al successivo.
Se vuoi evitare colori inaspettati (o tonalità di bianco e nero inaspettate) devi fare essenzialmente due cose:
Per riassumere utti gli aspetti e le accortezze più importanti sono queste:
1- in fase di scatto. Come ho già detto va usato un approccio completamente diverso a seconda che si scatti in formato RAW oppure JPG. Se scatti in formato RAW la cosa migliore è usare un Color Checker e questo ti permetterà di avere colori esatti con estrema facilità e velocità. Se invece scatti in JPG puoi solo limitarti a scegliere il profilo colore che è più adatto al tuo flusso di lavoro specifico;
2- in post-produzione, quando guardi, selezioni e lavori le tue immagini, è essenziale sia lavorare con un monitor calibrato sia prendersi cura delle impostazioni colore di ogni software utilizzato;
3- la preparazione dei file per il loro utilizzo finale è un altro step cruciale. Probabilmente sei già abituato a scalare la tua foto per diversi output: ad esempio le foto che mandi in stampa sono solitamente molto più grandi rispetto alle foto che carichi sul web. Così come ti preoccupi della dimensione delle immagini dovresti prenderti cura anche dei profili colore. Se infatti vuoi ottenere il meglio possibile in termini di qualità e di resa dei colori è importante che tu faccia una prova colore a monitor delle tue stampe così da monitorarne il risultato in base alla carta e alla stampante che hai deciso di usare e, se necessario, realizzare alcuni interventi di compensazione. La persona che poi stamperà la foto dovrà a sua volta preoccuparsi di impostare la stampante e i profili colore. Anche quando le tue foto sono destinate al web o a un semplice slideshow dovresti comunque prenderti cura dei profili colore.
Se vuoi evitare colori inaspettati devi fare essenzialmente due cose: essere sempre consapevole dei profili colore che stai usando e impostare correttamente ogni singolo dispositivo o software coinvolto nel tuo flusso di lavoro.
No. Tutte le problematiche legate al colore si risolvono con grande semplicità e ci si sente infinitamente più sicuri.
No. Si lavora più velocemente.
Impostare le tue attrezzature e i software nel modo corretto richiede non più di 10 MINUTI AL MESE… e questo permette di velocizzare il flusso di lavoro a un livello che difficilmente puoi immaginare.
Pensa solo per un momento a tutto il tempo che devi perdere ogni volta che i colori sono sbagliati… e pensa anche al fatto che, dopo diversi interventi, le foto spesso ancora non hanno i colori che hai in mente.
No. Fa risparmiare diversi soldi.
Hai soltanto bisogno di 2 semplici strumenti e non sono costosi: un ColorChecker e un calibratore. Nei prossimi articoli wscenderò più nel dettaglio per aiutarti a scegliere quello giusto.
Pensa per un attimo ai soldi che spendi in attrezzature (fotocamere, ottiche, computer e così via) e, malgrado tutto, è molto probabile che tu non stia ancora ottenendo i colori che hai in mente.
Pensa per un attimo ai soldi e al tempo che sprechi quando una stampa non ti soddisfa e devi rifarla (o farla rifare).
In alcuni casi la perdita può essere perfino più grave: a volte non sprechi solo i soldi, ma metti a rischio la tua reputazione come fotografo e ti metti nelle condizioni di rischiare di perdere clienti.
Non appena inizierai a gestire il colore riuscirai finalmente a ottenere con facilità e velocità:
Io, eterna studentessa,
perché la materia di studio
parrebbe essere infinita.
Vuoi scrivermi o
chiedermi qualcosa?
Commenti
Buongiorno Marianna, complimenti per i tuoi articoli.
Piccolo problema. Ho un monitor Nec di fascia alta, calibrato e profilato, riesco ad ottenere colori fedeli in stampa ma con una gamma bassa (stampe un pò scure e neri chiusi).
Dove dovrei intervenire per risolvere questo Problema?
Grazie
Antonio
Ciao Marianna,
Complimenti veramente per la tue spiegazioni, ma ancora qualche dubbio in materia.
Uno dei problemi che ho è allineare il mio monitor con il laboratorio di stampa che mi fornisce i fotolibri da dare a i clienti (mi occupo con un collega di matrimoni).
Sia io che il mio collega ci troviamo a non essere uniformati tra di noi pur utilizzando fisicamente le solite attrezzature dalla macchina fotografia alle ottiche e per finire il monitor.
C'è sicuramente un problema del nostro workflow ma non riesco a capire dove.
Grazie mille in anticipo
Simone
Ciao Simone,
capisco i tuoi dubbi. Ci sono passata anche io :-)
La gestione del colore in fotografia non è una questione banale. La buona notizia comunque è che non è difficile, ma bisogna studiare un po'.
Ti faccio qui di seguito alcune domande cruciali che potranno aiutarti a capire su quali aspetti intervenire per capire dov'è il problema:
- scattate in formato RAW?
- usate il ColorChecker in fase di scatto e in fase di sviluppo dei vostri file RAW?
- usate monitor adatto alla postproduzione fotografica? Riescono a visualizzare almeno lo spazio colore Adobe RGB 1998?
- calibrate regolarmente i vostri monitor con un calibratore?
- avete controllato le impostazioni colore dei software che utilizzate? Anche nei software super pro, le impostazioni di default sono quasi sempre impostate per i principianti e non vanno quasi mai bene per un utilizzo professionale.
- come eseguite la post-produzione? Come avete imparato a farla?
- come preparate i file che mandate in stampa? Avete scelto uno stampatore che usa i profili colore di stampa? Usate i profili di stampa dello stampatore prima di inviare i vostri file?
- per valutare la bontà della stampa fotografica e della resa dei colori visualizzate le stampe con un visore oppure con luci d'ambiente?
Attraverso queste domande cerca di capire con il tuo collega a quali sono gli anelli del vostro flusso di lavoro sui quali avete bisogno di intervenire per iniziare a sistemare la gestione del colore nel vostro flusso di lavoro.
Se vorrai scrivimi qui cosa avete capito e proverò ad aiutarvi con risposte più specifiche.
Tieni anche conto che nei prossimi mesi scriverò un articolo di approfondimento su questi temi e ti avvertirò non appena sarà on line.
Intanto spero di esserti stata utile e ti mando un carissimo saluto.
M.
Ciao Simone,
come promesso ti mando il link al nuovo articolo che ho scritto dove spiego come impostare un flusso di lavoro fotografico a prova di problemi cromatici.
Spero ti sarà d'aiuto.
Fammi sapere :-).
M.
Ciao Marianna! Come ti avevo accennato c'è una parte del tuo tutorial dove mi piacerebbe intervenire, esattamente sul punto 3 della parte "Quando dovresti occuparti della gestione del colore?". Ecco, vorrei dirti quello che penso. Molte volte mi arrivano per la stampa file enormi perchè le persone pensano di facilitare il compito dello stampatore fornendogli file nella misura finale a 300ppi. A parte il fatto che sono del parere che i Rip delle stampanti possono funzionare meglio di una interpolazione di Photoshop, ed a parte che personalmente uso un software che usa la tecnologia dei frattali (che nella maggior parte dei casi funziona meglio della interpolazione, soprattutto se non ci sono testi), c'è da aggiungere che le stampanti attualmente sul mercato non arrivano mai ad una risoluzione di stampa di 300ppi e questo comporta che i poveri file vengono trattati come degli organetti, ingranditi dal cliente e ridotti dai Rip. Secondo me sarebbe la cosa migliore lasciare i file alla risoluzione nativa e fare in modo che dell'eventuale ingrandimento se ne occupi chi esegue la stampa. Se non sei d'accordo dimmelo, ma fammi capire dove eventualmente sbaglio. Grazie!
Sono d'accordo con te sul fatto che il RIP esegue un buon adattamento della foto alla misura finale e il risultato è spesso migliore rispetto a quello che la maggior parte degli utenti riescono ad ottenere con Photoshop®.
Pochi sanno eseguire bene un ricampionamento (sia di ingrandimento sia di riduzione) e pochissimi, più in generale, sanno come preparare un file per la stampa. Tra i primi errori c'è proprio quello di non interfacciarsi con lo stampatore per chiedere a quale risoluzione sarà stampata la foto e con quale profilo. Ci sono anche altri aspetti che molti utenti non considerano. Giusto per citarne alcuni: la distanza alla quale la foto sarà guardata, la tipologia e la direzione della luce che la illuminerà, la texture della carta, la tipologia dell'eventuale vetro utilizzato, il colore della parete e del contesto nel quale la foto sarà collocata... e molti molti altri aspetti. Altri errori fatti a monte e sono anche più gravi: molti hanno dubbi sulla profondità di bit e lo spazio di lavoro da utilizzare in post-produzione e tanti non sanno quale tipologia di interventi andrebbe eseguita in fase di sviluppo del RAW e quale in Photoshop® così capita che molte lavorazioni che vengono eseguite danneggino il file invece di migliorarlo.
In generale, se non ci si sente davvero sicuri, sono d'accordo con te che la cosa migliore è fare il meno possibile e affidarsi a un altro professionista, quindi volendo anche allo stampatore stesso, sia per il ricampionamento sia per la gestione dei profili colore e tutto il resto.
Consiglio di fornire l'immagine già adattata alla misura finale solo quando si ha la reale necessità di gestire in modo ottimale la nitidezza della foto, l'applicazione di un'eventuale grana e in pochi altri casi... ma come al solito si deve saperlo fare altrimenti si fa più danno che altro.
Come da sempre, competente, chiara e precisa. Grazie Marianna
Ti auguro tutto il meglio.
Ciao Marianna carissima! Grazie per questo bel messaggio! Sei sempre speciale!
Questa volta ti ho risposto tardi perché sono in trasferta da qualche giorno e il tempo libero si è un po' assottigliato. Ti mando un grande abbraccio e spero di riabbracciarti presto a Napoli.
questo blog permetterà di apprendere nozioni intelligenti, già questo è un ottimo presupposto, per cui ti ringrazio e resto in attesa di capire come utilizzare il ColorChecker, nel frattempo gli darò una spolverata.
Un saluto
Paolo
Ho voluto con tanta passione questo blog e per me è una gran gioia poter continuare a condividere anche qui tanti spunti importanti e utili per tutti i colleghi e gli appassionati.
Le informazioni di cui hai bisogno sul ColorChecker usciranno molto molto presto. Intanto ti mando un carissimo saluto e a presto!
Vuoi scrivermi o
chiedermi qualcosa?